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- Domande & Risposte "4" -

     - In viaggio, devo portare con me medicinali d'emergenza? E quali? E, insieme, altri eventuali presidii sanitari?

     Si parla, qui, naturalmente, di prodotti farmaceutici diversi da quelli eventualmente già utilizzati in terapia cronica (ipotiroidismo, diabete mellito, malattie autoimmuni, difunzioni renali, allergie particolari, asma bronchiale, etc.). Sappiate che all'estero (quanto meno in Europa e nei Paesi Occidentali in genere) troverete quasi sicuramente tutti gli stessi medicinali comunemente utilizzati anche qui da noi, ma con nomi commerciali più spesso diversi (si farà riferimento, in caso di necessità, al principio attivo). Per il resto, è bene avere con sè un flacone sigillato di antibiotico orale a largo spettro (per esempio a base di Cefixime o Ceftibutene), un cortisonico orale (come il Betametasone), un cortisonico locale (come il Mometasone Furoato), medicinali per aerosolterapia (a base di Salbutamolo e Beclometasone, per esempio), anche in equivalente formulazione spray (in questo caso sarà indispensabile portare con sè anche un erogatore-distanziatore, come il "Fisio-Chamber" della "Tred Medical"), un anti-istaminico orale (come la Levocetirizina), gocce auricolari in formulazione topica. In più, una crema protettiva solare a fattore alto, tipo 50+ (se andate in zone assolate), un olio da bagno e una crema idratante per il viso e il corpo, un antimicotico topico (come il Clotrimazolo), un antipiretico (Paracetamolo, nelle sue varie preparazioni farmaceutiche), semplici prodotti per la disinfezione cutanea (Benzalconio Cloruro, Clorexidina) ed eventuali medicazioni estemporanee (cerottini preparati e non, garze, etc.). Infine, prodotti repellenti per zanzare e altri insetti, a base di L-Caridina o Dietiltoluamide (in Italia, sostanzialmente, "Autan" e "Off", nelle varie formulazioni descritte in altra parte di questo sito). Parlatene al Vostro pediatra prima della partenza, e troverete con lui le soluzioni più adatte allo specifico dei Vostri figli.

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     - Che scarpe devo mettergli?

     Se esistono domande stupide, questa è la più stupida di tutte. La scarpa migliore di tutte per il piccolo bambino è... il non mettergli le scarpe. Se volete facilitare l'insorgenza del piede piatto e della caviglie valghe in Vostro figlio, quando vi fosse predisposto, avete a Vostra disposizione un metodo infallibile: mettetegli le scarpe. Vado in bestia quando vedo bimbi, che ancora non camminano, con indosso scarpe o sandaletti: soldi buttati al vento, investiti in cose pure potenzialmente dannose, sicuramente inutili. Il piccolo bambino ha fisiologicamente il piede piatto sin quasi ai suoi 3 anni: il poter sviluppare a dovere la propria sensibilità propriocettiva, e, con essa, ottenere il corretto sviluppo della muscolatura plantare, implica la necessità che la cute e i muscoli del piede vengano di continuo sollecitati e stimolati dal contatto diretto della pianta del piede con il terreno. La "naturalità estrema", per il piede, è quella dell'uomo che cammina su terreno non troppo duro, idealmente sull'erba, e questo sia per il bimbo che per l'adulto. In casa, perciò, stuoie e tappeti in cotone (è facile tenerli puliti, al contrario dei quelli pregiati di derivazione artigianale orientale), sui quali il bambino possa camminare a suo piacimento a piedi nudi. Ove così non fosse possibile, e comunque nella stagione invernale, indosso ai piedi solo un paio di calzettoni con la "suola" antisdrucciolo dotata di "pirulini" in gomma morbida: null'altro, MAI (per inciso, la cosa non farebbe male neanche a noi adulti). Per le rare -rarissime, come si converrà- necessità di camminare all'aperto, sarà inevitabile dover comprare un paio di scarpe: ebbene, la scarpa ideale per il piccolo bambino tutto è, meno che quella -in genere molto costosa- di gran marca (scelgo di proposito di non fare pubblicità all'incontrario, così da evitare problemi di citazioni a danni). Deve essere in materiale ben traspirante (buona tela o pelle di buona qualità, comunque sempre con un calzino di cotone -possibilmente bianco- a diretto contatto del piede), magari col contrafforte (la parte posteriore, a protezione del tallone) piuttosto rigido e alto (cosa auspicabile ma non obbligatoria, dal momento che dopo un po' di passi tenderà comunque a deformarsi, lasciandoci ballare dentro il tallone del bimbo), sopratutto con suola e tomaia MOLTO morbide (devono potersi facilmente "strizzare" tra le mani) e con punta molto larga, a tipo "biscotto" (lato interno e lato esterno difficilmente distinguibili tra loro, con il piede lasciato libero, in avanti, di tranquillamente "ballarci dentro"); eventuali suolette interne, variamente conformate, non servono proprio a nulla, se non a giustificare un prezzo sostenuto. Per il resto il bimbo DEVE essere lasciato libero di camminare scalzo, in casa, sulla spiaggia, in veranda, in giardino (con le dovute attenzioni a che si eviti la presenza di materiali potenzialmente offendenti sul pavimento calpestabile). Il girello non va utilizzato mai (a parte la pericolosità intrinseca, facilita l'acquisizione dell'abitudine a camminare in punta di piedi). Le scarpette conformate, prescritte dall'ortopedico o dal fisiatra dopo i 3 anni, possono andar bene per attenuare (finchè vengono mantenute) i difetti posturali meno accentuati, ma, anche in questi casi, difficilmente si rivelano risolutive (a meno che si tratti di piede piatto di grado lieve -1°-2° grado al massimo-, e a patto che venga utilizzato un "plantarino a spinta elastica mediale", l'unico di una qualche concreta utilità reale, purchè venga correttamente prescritto e realizzato, e solo se applicato già ai 3-4 anni di vita al massimo, chè dopo serve a poco): più efficace è -in prospettiva futura- impegnarsi a far mantenere ai Vostri figli, fin dall'inizio dell'acquisita deambulazione autonoma e per più tempo possibile, la stazione eretta sulle punte dei piedi (attività fisiche come la ginnastica a corpo libero, il volley, alcune arti marziali come karate e tae-kwon-do, etc., possono rivelarsi utili in tal senso). La terapia vera per il piede piatto incorreggibile della 2^ infanzia (passati gli 8-9 anni di vita), purtroppo, è unicamente l'intervento chirurgico (il più conosciuto è quello di "calcaneo-stop": in mani passabilmente esperte è di agevole e breve esecuzione e di definitiva positiva efficacia): tutto il resto lascia, sostanzialmente, il tempo che trova (in questa fase, ormai tardiva, lasciamo dunque decidere all'ortopedico -non più al fisiatra- il da farsi). La scarpa, comunque, non correggerà mai, neppure in parte e neppure temporaneamente, altri difetti della postura (uno per tutti, le ginocchia valghe) e/o della deambulazione (si pensi alla "marcia a punte in dentro", legata, in genere, ad una eccessiva rotazione interna dell'asse dei femori, e quindi, come tale, solo manifestantesi visivamente a livello dei piedi, strutture anatomiche di per loro del tutto innocenti): per quelli serviranno, al massimo, specifici tutori ortopedici (teoricamente di un qualche tipo di utilità, praticamete tanto scomodi da utilizzare da rendersi rimedio il più spesso impraticabile), o la chirurgia nei casi più impegnativi. Attenzione, infine, all'eccesso di peso, il quale, in soggetti predisposti da costituzionale lassità legamentosa, può favorire ed accentuare valgismo di ginocchia e caviglie.

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     - A mio figlio "puzzano" maledettamente i piedi, nonostante vengano lavati di continuo. In casa siamo disperati: che cosa posso fare?

     Tecnicamente si chiama "Cheratolisi Punctata", ed è una "patologia" minore legata a contaminazione di micrococchi e miceti a carico delle pieghe cutanee dell'avampiede. Soluzioni possibili: 1) Bruciare (letteralmente: lavarle non basta) le scarpe da ginnastica, e, se possibile, sostituirle con scarpe più leggere e traspiranti (in estate, per più tempo possibile con sandaletti aperti, che consentano alla pelle di asciugarsi e traspirare); 2) Lavare la cute a fondo e spesso con un detergente a base di Clorexidina (come il Micostop detergente); 3) Utilizzare dei pediluvi a base di sali di alluminio (immergere i piedi a lungo, almeno 2 volte al dì, in una soluzione di alluminio acetato o Allume di Rocca); 4) "Sterilizzare" la cute interessata con una crema locale a base di Eritromicina (chiedete al Vostro pediatra, il quale, credendoVi sulla parola -vale a dire senza pretendere di voler "toccare con mano"-, Vi darà le indicazioni pratiche sull'argomento).

     Le stesse attenzioni igieniche (scarpe escluse, naturalmente) andranno riservate alle ascelle adolescenziali di qualche Vostro figlio, il cui eventuale odore sembri di non voler rispondere a nulla.

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     - Dopo che ha fatto la pipì, vedo nel pannetto degli aloni e/o delle macchie di colorito rosso-arancione: che cosa sono? E' una cosa preoccupante? Devo farci qualcosa?

     Non ci si fa assolutamente nulla, perchè -al contraio di quanto spesso si pensi- non è sangue, bensì precipitati di sali di acido urico (urati amorfi), reperto più frequente a trovarsi nei periodi di clima caldo (perchè, per l'aumentata sudorazione, le urine si concentrano e i suoi componenti in soluzione più facilmente si aggregano in cristalli e precipitano). Il rimedio è semplice semplice: tenete il Vostro bimbo il più al fresco possibile in casa (accendete il condizionatore -pulendone bene i filtri!!!-) e fatelo bere un po' più di liquidi acquosi adatti a lui.

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     - Ha un po' di dissenteria* e di febbre: responsabili saranno i dentini che stanno spuntando proprio adesso?

    NO, NO e poi NO!!! Altra convinzione stupidissima. I denti di un bimbo, come già visto, possono spuntare cominciando dai 3-4 mesi di vita, e andando avanti ad erompere per oltre 1 anno, sino ai 14-18 mesi. In un anno e passa di tempo il piccolo avrà preso e manifestato un po' di tutto, diarrea (a proposito: è sbagliatissimo -e non è più "nobile"- dire "dissenteria": si dice sempre e solo "diarrea"*), febbre, raffreddori, bronchiti, mal d'orecchi, insonnia, vomito, macchie rosse sulla pelle, macchie bianche e afte in bocca, e chi più ne ha più ne metta: in contemporanea con praticamente ognuno di questi eventi si troverà a spuntare un qualche dentino. Responsabile di tutto, quel poveretto? No, responsabile proprio di nulla: solo evento puramente coincidenziale, e, pertanto, vediamo di lasciarlo un po' in pace. - /// - *P.S. Il termine "diarrea" proviene direttamente dal greco "dia-reo", scorro attraverso ("reo" come "rivo, riva del fiume, rio"), e si riferisce a qualunque irritazione generica dell'intestino capace di fargli perdere liquidi, ovverosia acqua ("acqua che scorre", quindi). Il termine "dissenteria" si riferisce, invece, ad una specifica malattia intestinale attualmente confinata ai tropici, causata da un microorganismo preciso, il "bacillus disentheriae", il quale non ha nulla a che fare con le nostre zone: per i Vostri bambini, pertanto, parlate sempre e solo, per favore, di "diarrea".

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     - All'Ufficio Vaccinazioni della ASL mi hanno chiesto se voglio fare al mio piccoletto il vaccino in gocce per la diarrea. Che cos'è? Devo farglielo fare?

     Si tratta del "ROTARIX", il vaccino orale contro il Rotavirus. Si somministra in 2 dosi, in contemporanea con le prime due dosi vaccinali (quelle del 2°-3° mese e poi del 4°-5° mese). E' innocuo, e la nostra Regione lo fornisce gratuitamente alle famiglie che ne facciano richiesta (è facoltativo, naturalmente) per il loro bimbo che fosse eventualmente nato prematuro (vedi dopo*) o che dovesse frequentare il nido. Protegge dalle diarree da rotavirus, che poi sono quelle di più violento andamento (e di più difficile gestione, tanto da richiedere spesso il ricovero ospedaliero, per l'attuazione della reidratazione parenterale, quando questa si sia resa necessaria) nel corso della prima infanzia. Potrebbe esserVi richiesto di firmare un documento con le Vostre dichiarazioni relative alla volontà-necessità della famiglia di iscrivere il proprio piccolo presso il nido. Si pratica secondo uno schema che prevede la prima dose somministrata non oltre la 14^-15^ settimana, e l'ultima non oltre l'8° mese compiuto. E' controindicato nei soggetti che abbiano presentato anafilassi alla 1^ somministrazione (cosa, per il vero, comune a tutti i vaccini in assoluto), *nei prematuri che si preveda debbano o possano riaccedere (nelle 2-3 settimane successive alla somministrazione) a ricovero in Divisione di Neonatologia (sono costituiti da virus vivo), e, infine, nei rari soggetti (del tutto eccezionali, alle età di cui parliamo) che si sia riscontrato essere allergici al LATEX (il lattice della gomma), poichè la preparazione del ceppo virale utilizzato (RV1) prevede l'utilizzo del lattice (assente in un altro preparato, rappresentato da RV5).

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     - A proposito di vaccinazioni, è obbligatorio farle, e farle proprio tutte?

     "Sì & No", diciamo che per il nostro Stato è "para-obbligatorio" farne solo qualcuna. Qui, però, i problemi sono tre: - 1) E' difficile praticare ai bambini unicamente i pochi vaccini "obbligatori", a motivo del fatto che essi, ormai, sono difficilmente reperibili in preparazioni separate, essendosi ormai tutti gli Uffici di Igiene uniformati nella somministrazione di vaccini in preparazioni multiple (valga per tutti il vaccino esavalente, contenente, nello stesso preparato, gli antigeni per Difterite, Tetano, Polio inattivato -sono i 3 para-obbligatori-, Pertosse acellulare, Haemophilus Influenzae, Epatite B). E la cosa cambia poco anche per i richiami successivi, quelli da fare ai bambini più grandetti. - 2) Anche in teorica assenza di un preciso e tassativo obbligo di Legge per tutti (nel senso che non esiste più la possibilitò di un Trattamento Sanitario Obbligatorio coatto per i bambini non vaccinati volontariamente dai genitori), ove le vaccinazioni prescritte dal nostro calendario vaccinale non venissero comunque praticate si può considerare praticamente certo che sorgerebbero problemi al momento di iscrivere i propri figli a scuola. - 3) Dubbi importanti sulle reali efficacia e utilità delle vaccinazioni («Non è meglio che le malattie se le faccia in modo naturale, piuttosto che farsi il vaccino?»), e sulla loro supposta pericolosità sono ad ogni pie' sospinto sollevati da testate giornalistiche in cerca di notizie sensazionalistiche e da siti internet i più vari, i cui relata si rifanno a letteratura pseudoscientifica (se si cerca bene, in giro si trova di tutto!!) e/o a notizie datate decenni addietro: sciocchezze grandi come case sbandierate come verità rivelate e chissà da chi boicottate, come più dettagliatamente si dirà in altra parte di queste pagine. Non "atteschicono" sempre, questo è vero (si va da un minimo del 60-70% di copertura garantita dal vaccino per l'influenza comune, al 98-99% della doppia dose del morbillo, e un'efficacia sensibilmente più bassa per la parotite; da una copertura praticamente totale per le tossine tetanica e difterica, ad una quasi nulla per il BCG anti-tibercolare -che, infatti, non è neanche più obbligatorio nelle scuole di Medicina-): QUello che si vuole ottenere con i programmi vaccinali di massa dei paesi sviluppati, tuttavia, non è la impossibile copertura immune totale per tutti, quanto la cosiddetta copertura "di gregge", ovvero una copertura sufficiente, all'interno di una determinata popolazione, tale da poter impedire la possibile ricircolazione del virus tra un componente e l'altro all'interno di quella stessa popolazione. Sul fronte "sicurezza", infine, va detto che, ad onta dei misfatti che vengono ad ogni pie' sospinto imputati alle grandi multinazionali del farmaco (ricche depositarie dei vari brevetti vaccinali), le Autorità sanitarie internazionali e quelle di TUTTI i paesi avanzati organizzano e gestiscono un controllo capillare, coordinato e continuativo sui possibili effetti collaterali (anche solo supposti, anche solo potenziali) dei vaccini correntemente utilizzati nei programmi di immunizzazione di massa, tale da non avere paragoni, quanto a rigorosità di interventi, con le energie utilizzate nei confronti di qualunque altra classe di prodotti medicinali immessi sul mercato.

     Il vaccino per il vaiolo non è più correntemente utilizzato, dal momento che la OMS ha dichiarato ufficialmente il vaiolo come malattia definitivamente eradicata -per il tramite dei programmi vaccinali di massa- già nel 1980 (l'ultimo focolaio conosciuto si sviluppò in Jugoslavia -nel Kosovo- nel 1972). Dagli anni '80 in poi la vaccinazione per il vaiolo, precedentemente obbligatoria in Italia, è stata ritirata dall'uso, d oggi non è più disponibile da anni, nemmeno su richiesta. Eppure, qualcuno (anzi, più di qualcuno, come dirò) continua volontariamente a vaccinarsi. Dal momento che ceppi virali sono ancora conservati in laboratorio in USA e Russia (a scopo di ricerca, ufficialmente, in vista di qualcos'altro, dice qualche maligno) i militari di quei paesi continuano ad essere vaccinati, e, nonostante sia conosciuto il rischio remoto di effetti collaterali da vaccino anti-vaioloso, negli USA le Autorità Governative a partire dal 2002 consentono a chiunque ne faccia richiesta di potersi volontariamente vaccinare (ufficialmente per coprirsi dal rischio di eventuali attacchi -sempre possibili- di bio-terrorismo): fatto è che, da allora, in USA -e a parte i soldati- si vaccinano volontariamente circa 25.000 civili all'anno. Senza avere paura di ipotetici effetti collaterali, e anche senza porsi il dilemma mentale di possibili spinte manipolatorie alla vaccinazione -complici i Governi degli Stati Occidentali corrotti- da parte delle perfide multinazionali del bio-farmaco... Si vaccinano, e basta. La verità amara finale è che se al mio paese qualche delinquente dovesse avere la capacità e la bella idea di "liberare" virus vivo del vaiolo (è considerata la malattia più contagiosa tra quelle conosciute nel mondo), io, probabilmente, con la mia antiestetica patacca vaccinale sul braccio sopravviverei all'attacco, mentre mia figlia ventenne, non vaccinata perchè nata dopo la soppressione definitiva del vaccino in Italia, probabilmente, invece, perirebbe (diventeremmo improvvisamente un paese di vecchi senza ricambio). Meditate, gente, meditate.

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     - Mi hanno detto che, dopo la seduta vaccinale, devo tenere il bambino a riposo e cautelato per qualche giorno. E' vero? E perchè?

     Come ho scritto a chiare lettere sulle pareti del mio studio, la parola "cautelato" è di per sè un concetto da bandire in partenza, una sonora scemata. Il bambino (appena) vaccinato può fare tutto quello che gli pare, non è un malato. Gli si può fare il bagno, può andare a passeggio, può correre e sudare, può fare i Giochi della Gioventù e l'ora di educazione fisica a scuola, continuare a prendere TUTTE le eventuali medicine che prendeva prima, mangiarsi una spaghettata o un biberon di Latte, partire in vacanza, nuotare in piscina o andare al mare (ove tempo e stagione lo consentano). Quella del digiuno pre-vaccinale era una precauzione risalente all'epoca del vaccino in gocce Sabin per la poliomielite, non più in uso in Italia dal 2001 (il lattante con lo stomaco pieno di LATTE rischiava di vomitare tutto dopo la vaccinazione, ivi comprese le gocce di vaccino appena assunte). Dopo quel VACCINO lì, nulla, nessuna necessità ulteriore e/o accorgimenti particolari che non siano il misurare la febbre (all'ascella) per un paio di giorni dopo l'iniezione (e, nel caso del vaccino Morbillo-Rosolia-Parotite-Varicella -M.P.R.-V.-, la settimana successiva alla vaccinazione, per il rischio di -per altro innocui- rialzi febbrili ed esantemi aspecifici a scoppio ritardato). Ci sono vaccini, infine (vedansi quelli per le epatiti, quelli coniugati per Haemophilus, Pneumo e Meningococco, etc.), che non danno MAI problemi di alcun tipo, MAI: e allora, di grazia, perchè punire il bimbo una seconda volta, dopo la puntura rinchiudendolo in casa? Purtroppo si tratta di cretinate sparate a raffica non si capisce bene da chi, perchè, su quali basi scientifiche. Sembrano concetti mutuati dal sentito dire dei veterinari, alcuni dei quali consigliano mesi di "cautela" -per l'appunto- per gli animaletti da compagnia -cuccioli di cani, in generale- da poco vaccinati. E c'è sempre la zia saccente, o il professionista "affermato" pronti a riaffermare -con accento in generale grave, voce impostata che non ammette repliche, atteggiamento tipico "di chi sa"- il concetto cretino della cautela. Scemenze: portateveli al mare già dopo qualche ora, o a scuola, oppure in vacanza. Dove volete Voi, insomma (possibilmente non dal medico, però, che ci sono cose più serie e piacevoli da fare, nella vita, che frequentare senza ragione la sua sala d'aspetto -il "sua" si riferisce al medico, non alla vita, anche se poi è pure vero che molti -i sempre troppi "nati già vecchi"-, per vivere, aspettano e aspettano e aspettano... sino a quando poi, alla fine, non si è fatto troppo tardi per godersela passabilmente...-). La vita è breve: se state leggendo queste brevi note inutili, vuol dire che siete giovani genitori. Da vecchio pediatra, consentitemi un consiglio da vecchio, appunto: la vita è troppo breve per sprecarla a fare quello che non vi piace o vi annoia. Prendetela per le corna e vivetela, la vita. Vivere e cadere e rialzarsi, e poi cadere e poi rialzarsi è molto meglio che non essere mai nati. E, addirittura, non essere mai nati è molto meglio che essere vivi e però di non essersene accorti (avete presente Scajola con la casa?), del vegetare indolenti in inane attesa di qualcosa che non verrà mai. E poi arriva l'ultimo giorno, quando puoi solo guardare indietro. Nati già vecchi, appunto.

     Per completare l'argomento delle "cautele" (?!?) post vaccinali, leggete anche <Devo usare qualche precauzione dopo le sedute vaccinali che faccio in studio dal pediatra o presso l'Ufficio di Igiene della ASL?>. Auguri.

 

 

 

 

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.... La vita vince sempre!!!